LA PRIMAVERA NON SI FA PIU' VEDERE

Liberamente ispirata al racconto di Sabrina Gioiella “L’inverno e la Primavera”  

I  ATTO

Soldati: (entrano sulla scena marciando in fila indiana, dopo aver fatto un giro completo del palco si dispongono in due gruppi da tre uno di fronte all’altro ed eseguono un saluto militare. Fanno un nuovo giro, si dispongono come prima e questa volta si salutano in maniera informale) Ciao! (a turno fanno un passo avanti per stringersi la mano)  Auguri! (rimangono immobili come per incanto)

Voce narrante: Sulla Terra la gente è felice! Chissà perché? Anche al fronte la guerra si è fermata: i soldati si abbracciano e si scambiano regali, sembra proprio che tutti siano contenti, oggi!…Ma cosa odono le mie orecchie? Da dove viene questo strano rumore?

Soldati: (fanno tre passi indietro scandendo le parole) Dio-mio- cos’è- questo- boato?!? (si accasciano a terra e rimangono immobili)

Voce narrante: Cosa è successo? Il tempo sembra essersi fermato. Fuggo via, prima che accada qualcosa anche a me…(scompare dalla scena)

Inverno: (entra al centro della scena brontolando) Brrr!!! (va avanti e indietro come se stesse aspettando qualcuno) Ecco qui, sono sempre il primo!…Ah, se non ci fossi io! Brrr…che freddo! Questa volta credo di aver esagerato, ho freddo perfino io! (incomincia a camminare verso il lato opposto a quello dal quale è entrato)

Primavera: (entra abbastanza velocemente avvolgendosi il busto con le sue stesse braccia) Accidenti che freddo! (arriva quasi fin sotto a Inverno, il quale si gira di colpo. I due si guardano in faccia e poi di scatto si voltano indispettiti e incominciano a camminare verso parti opposte. Poi Primavera si dirige nuovamente verso Inverno, che si gira di colpo e la guarda in cagnesco negli occhi) Ah, sei già qui!

Inverno: Era oggi l’appuntamento, no? Sono qui già da mezz’ora! (di nuovo si voltano e camminano da parti opposte)

Primavera: (brontola sotto voce dirigendosi verso Inverno che è ancora voltato di spalle) Antipatico, buffone, megalomane, pallone gonfiato…

Inverno: (girandosi di scatto) Cosa dici?

Primavera: Niente! ( i due si voltano e si allontanano nuovamente in direzioni opposte; si posizionano definitivamente ai due angoli del palco rivolti verso il pubblico, con le braccia conserte e il mento rivolto in alto, con fare risentito e indispettito)

Autunno: (entra, si reca al centro del palco dinanzi al pubblico) Che silenzio? Ma cosa starà succedendo? (gira la testa prima verso destra e poi verso sinistra e vede i due personaggi) Ah, ho capito, è la solita lite tra Inverno e Primavera (fa qualche passo indietro senza voltarsi. Inverno e Primavera si dirigono verso di lui, passando l’uno dinanzi e l’altra dietro ad Autunno, ritrovandosi così ai lati opposti rispetto a prima)

Estate: Sei arrivato!

Inverno: (dà una pacca sulle spalle ad Autunno) Sei in ritardo ragazzino!

Autunno: (fa un passo avanti) Ah, ecco Estate!

Primavera: (fa un passo avanti) Finalmente!

Inverno: (fa un passo avanti) Sei la solita ritardataria!

Estate: (si asciuga la fronte con un fazzoletto) Scusate ho avuto un contrattempo!

Primavera, Autunno e Inverno: Li conosciamo i tuoi contrattempi!

Primavera: Vacanze al mare!

Autunno: Scampagnate in montagna!

Inverno: Serate in discoteca!

Primavera: Falò sulla spiaggia!

Autunno: Feste con gli amici!

Inverno: Spese pazze!

Primavera, Autunno e Inverno: E…non vogliamo aggiungere altro!!!

Estate: Non è colpa mia se io so godermi la vita e voi invece passate il tempo a rimuginare.

Inverno: Basta, basta…bando alle chiacchiere! Su, forza, incominciamo la riunione (si rivolge ad Estate) …e asciugati che sei tutta sudata! (Inverno e Primavera vanno a prendere due sedie poste in un angolo del palco ed Estate e Autunno vanno a prendere altre due all’altro lato. Tutti insieme si siedono al centro del palco nell’ordine Primavera, Inverno, Autunno ed Estate. Primavera ed Inverno si guardano in faccia e fanno un gesto di disappunto, allora Primavera si alza, prende la sedia e va a sedersi vicino ad Estate)

Estate: (si sventola con il ventaglio) Queste riunioni annuali stanno cominciando a diventare proprio noiose.

Autunno: Non lo dire a me. Sapessi come odio sentire gridare quei due, io amo i toni pacati, tu lo sai.

Estate: Purtroppo sono necessarie, lo sai, dobbiamo fare il punto della situazione.

Inverno: Quest’anno, come del resto  tutti gli altri, IO (si alza in piedi indicando se stesso e rivolgendosi al pubblico) sono stato il più bravo: pioggia a volontà, neve e grandine in ogni continente, freddo da far battere i denti….(le altre stagioni battono forte i denti, rivolgendosi ad esse) Avete freddo?

Primavera, Estate e Autunno: Sììììì….

Inverno: Non avrei potuto far di meglio….Per non parlare poi dei miei fulmini…spettacolari e luminosi hanno squarciato i cieli di ogni città (le altre stagioni battono i denti per la paura, rivolgendosi ad esse) Avete paura?

Primavera, Estate e Autunno: Sììì…..

Inverno: Mentre c’è qualcuno qui, che da anni,ormai, si ostina a non voler fare il suo dovere…

Primavera: Con chi ce l’hai?

Autunno e Estate: Ce l’ha con te!

Primavera: Ecco lo sapevo! (si alza indignata e si mette con le braccia conserte accanto alla sua sedia rivolgendo le spalle al pubblico)

Inverno: Dovete sapere che lei è la più criticata sulla Terra. Tutti hanno da ridire sul fatto che LEI non si fa più vedere, che si passa direttamente dall’inverno all’estate…

Autunno: (si alza in piedi) Oh, poverina! (corre ad abbracciare Primavera)

Inverno: Guardate come si concia, direste che è una primavera, quella!

Primavera: (si gira e si rivolge con rabbia a Inverno) Ma chi ti credi di essere? Siamo stati tutti bravi, ognuno ha fatto quel che poteva e…se proprio vogliamo cercare delle responsabilità, la colpa è tua che continui a far piovere e nevicare quando non dovresti!

Autunno: (mentre Primavera parlava si era tappato le orecchie con le mani per non sentire) Bastaaa!!! Non ne posso più dei vostri continui battibecchi! Mi avete proprio stufato! E’ ora di darvi una bella lezione! (minaccia Inverno puntandogli l’ombrello sul petto e lo fa indietreggiare) Tu, inverno, non credere di essere il migliore, perché è esattamente il contrario (abbassa l’ombrello e Inverno fa un gesto come per acchiapparlo, Autunno pronto gli ripunta l’ombrello contro e lo fa indietreggiare attorno alle sedie) Per prima cosa sei insopportabile e non solo per noi stagioni, ma anche per tutti gli abitanti della Terra, forse lo sei addirittura per gli alieni! (Inverno si dirige dalla parte opposta per cercare di prenderlo, ma Autunno prontamente si gira e gli punta nuovamente l’ombrello contro) Così freddo e brusco, così vanitoso e presuntuoso, così ostile, così…così…in parole povere la devi smettere (gli suona l’ombrello in testa), non litigare più con Primavera! (torna al suo posto, vicino a Primavera che è ancora in piedi e fa un segno di soddisfazione con la testa)

Estate: (va verso la platea e parla con il pubblico) Però che temperamento! Chi l’avrebbe detto che Autunno, la stagione più timida di tutte, potesse essere così schietto e coraggioso? A volte le stagioni sono proprio strane, hanno ragione i terrestri! Ma fammi correre in aiuto di Autunno, prima che Inverno lo faccia a pe-zze-tti-ni! (fa qualche passo indietro e stendendo le braccia e tenendo sempre il volto rivolto al pubblico separa i due che nel frattempo si stavano dirigendo l’uno contro l’altro) Secondo me qui nessuno di noi si sta comportando da vero amico.

Primavera: (si volta indispettita) Già perché gli amici sanno sopportare a vicenda i difetti e soprattutto si danno una mano nei momenti di difficoltà! (si rigira volgendo nuovamente le spalle al pubblico)

Estate: Certo che se tutto fosse andato per il verso giusto, sarebbe stato bello, ma non è accaduto, e allora adesso è inutile recriminare  o sprofondare nella delusione.

Autunno: Diamoci da fare piuttosto se non vogliamo che si realizzi la fine del nostro lavoro, cioè la fine della vita sul pianeta Terra.

Primavera: (si gira) Giusto, abbiamo già abbastanza da fare con i terrestri che non vogliono capire l’importanza di rispettare nostra madre Natura.(si rigira)

Estate: Allora non perdiamo altro tempo, che è prezioso, rimbocchiamoci le maniche, uniamo le forze e…

Autunno: Al lavoro!

Estate: Ma per fare ciò, Primavera, abbiamo assolutamente bisogno di te.

Autunno: Sei indispensabile per tutti noi, senza di te non ci sarebbe la vita e anche il nostro lavoro sarebbe inutile.

Primavera: (gira solo il viso) Ma nessuno più si interessa a me e se lo fanno è solo per maltrattarmi o criticarmi.

Estate: Non preoccuparti, quest’anno ti aiuteremo noi.

Autunno: E anche tu Inverno, non è vero?

Inverno: (grugnisce) GRRR!!!

Estate: Per prima cosa proveremo a mettere più fiori del solito, almeno il doppio, così, anche se l’uomo dovesse distruggerli, ne rimarranno sempre a sufficienza.

Autunno: Ma questo non basterà, tu Estate dovrai rinunciare a qualche giornata di divertimento e far mostra dei tuoi ardori solo dopo il 21 giugno. Mentre tu Inverno dovrai contenere le tue intemperie entro il 21 marzo e lasciare spazio alle belle giornate.

Estate: D’accordo, mi sacrificherò per il bene di tutti.

Autunno: Anche tu Inverno, non è vero?

Inverno: GRRR!!!

Estate e Autunno: (si dirigono verso Primavera) Su forza vieni qui, dacci una mano, facci rivedere il tuo inconfondibile tocco. (la trascinano al centro del palco verso il pubblico, tenendola ciascuno per una mano; la fanno roteare su se stessa per due volte)

Estate: Per prima cosa togli questi veli, mostra la tua bellezza! (toglie un velo facendo un giro su se stessa, mentre Autunno toglie l’altro velo anch’esso facendo una piroetta)

Estate, Autunno e Inverno: Ohhh, che bella!!!

Inverno: La tua bellezza mi commuove, avevo dimenticato le tue incantevoli sembianze!

Estate: (guardando in faccia uno per uno) Allora siamo d’accordo per la pace?

Primavera, Autunno e Inverno: Sì!!!

Primavera, Estate, Autunno e Inverno: (stendono la mano destra una sull’altra) Uno per tutti, tutti per uno!!! (lanciano le braccia in aria)

Inverno: Adesso togliamo ogni traccia del nostro passaggio e facciamo scorrere di nuovo il tempo (ognuno sistema la propria sedia là dove l’ha trovata)

Soldatessa: (entra con una bottiglia di spumante in mano e vede i soldati che si alzano da terra e si stiracchiano) Vi sembra questa l’ora di dormire? Dobbiamo festeggiare.

Soldati: Perché che cos’è oggi?

Soldatessa: Ma come, è Capodanno, non sentite i botti? (dà la bottiglia ad un soldato, distribuisce i bicchieri e li riempie)

Soldati e soldatessa: Auguri!!! (si dispongono a semicerchio e sollevano in alto i bicchieri)

Soldatessa: Forza ragazzi, brindiamo di nuovo, perché presto saremo a casa.

Soldati e Soldatessa: Auguri!!!

Soldatessa: Sapete ragazzi, io, quando sarò ritornata a casa, penso proprio che mi godrò la vita, ho visto troppa sofferenza qui.

I soldato: Condivido pienamente il tuo pensiero, anch’io penso che mi dedicherò a tutto ciò che mi piace, ad esempio farò delle belle passeggiate nei boschi a raccogliere funghi o mirtilli.

II soldato: Io invece imparerò a pilotare una barca. E’ stato sempre il mio sogno e non voglio più perdere tempo, non è poi tanto come pensiamo.

III soldato: Io invece accompagnerò senza fare storie mia moglie al mare e faremo dei lunghi bagni con i bambini.

IV soldato: Io invece trascorrerò più tempo con i miei genitori, non li lascerò sempre soli e dirò loro più spesso “ti voglio bene”.

V soldato: Io invece sarò più disponibile con le persone che possono aver bisogno di me. Se penso che a volte non ho fatto visita ad un amico malato solo per pigrizia. Adesso però ho capito: in certi momenti, al fronte, avrei avuto tanto bisogno anch’io del sostegno di una persona cara.

VI soldato: Io invece credo che mi riconcilierò con tutte le persone con le quali avevo litigato prima di partire. La vita è molto breve e troppo bella per poterla passare separati.

Soldatessa: Allora sapete che c’è? Brindiamo nuovamente alla fine della guerra e ad un felice rientro.

Soldati: Auguri!

Soldatessa: Finalmente torneremo ad essere amici del mondo! (prende i bicchieri che le porgono; i soldati vanno in due gruppi da tre tenendosi abbracciati per le spalle; la soldatessa raccoglie la bottiglia a terra e li segue)

Voce narrante: (si rivolge al pubblico) Non c’è che dire nell’Universo regna una grande armonia. Sarà l’inizio di una nuova era o è solo l’euforia del momento? Lo sapremo appena saranno finiti i festeggiamenti ed ognuno sarà tornato alla vita di sempre.

 

II  ATTO 

Un satiro entra fischiettando con un flauto in mano, si siede su un masso al centro di due alberelli ed incomincia ad intonare una musica dolce. Inverno, Estate ed Autunno entrano in fila indiana e vanno a posizionarsi sul lato opposto della scena. Ciascuno in mano ha un cestino con dentro dei petali: Inverno bianchi, Estate gialli o arancioni  e Autunno rossi.

Entra Primavera, porta anch’ella un cestino con dentro dei petali rosa, che sparpaglia al centro della scena a ritmo di musica. Si dirige verso Inverno, prende il suo cestino e gli porge quello vuoto, poi va verso il centro della scena e sparpaglia i petali bianchi. Il tutto si ripete con Estate e poi ancora con Autunno. Autunno ed Inverno danno i  cestini vuoti ad Estate e così pure Primavera. Questa dà il tocco finale posizionando i suoi veli sugli alberi. Poi va verso i tre amici e insieme fanno un girotondo. 

Primavera: Sono sicura che quest’anno le persone avranno ben altro a cui pensare che farsi la guerra. Con Madre Natura in così perfetta forma, anche il più duro degli uomini non saprà resistere alla tentazione di lasciarsi andare.

Estate, Autunno, Inverno: A che cosa?

Primavera: Ma all’amore, no? (Prende dei petali fra le mani e li soffia verso il pubblico, poi fa l’occhiolino. Quindi va via seguita dalle tre stagioni e dal satiro che fischietta allegramente)

Soldatessa: ( I soldati entrano, fanno un giro attorno agli alberi e si dividono ai due lati del palco. La soldatessa si ferma al centro degli alberi e fa una piroetta tenendo le braccia distese) Che profumi, che colori! Sembra proprio che la primavera sia passata di qua.

I soldato: E pensare che prima questo posto era una landa deserta.

II soldato: Sai che c’è, che con questa bella giornata ho proprio voglia di gettare le armi e pensare ad altro.

III soldato: Sì, tanto la guerra è finita, questo è l’ultimo giorno che siamo qui, domani saremo a casa.

IV soldato: Addormentiamoci sotto il fresco degli alberi.

V soldato: Ma sì, il posto sembra tranquillo, godiamoci la natura! (I soldati fanno un giro attorno agli alberi e si appoggiano ciascuno ai tre lati degli alberi più distanti dal palco, poi si coprono con il velo che ha lasciato Primavera)

Sorelle: (Sei ragazze arabe entrano tenendosi per mano, si fermano al centro distribuendosi in coppie e cominciano a fare dei giochi  battendo le mani) Uno- due- tre. Uno-due-tre… (Vanno via passando dietro gli alberi.

Arabo: (Si dirige al centro della scena, sembra cercare qualcuno) Ma dove saranno andate a finire quelle sciocche delle mie sorelle? E’ un periodo che pensano solo a ridere e a giocare tutto il giorno…(Si dirige fin quasi sotto agli alberi) Ma cosa vedono i miei occhi? Dei soldati stranieri…Li ucciderò come cani! (Entrano le sorelle tenendosi sempre per mano, sfiorano l’arabo che fa una piroetta su se stesso e sembra cadere) Ma volete stare attente? Per poco non mi facevate cadere! (Le sorelle rimangono a bocca aperta, poi formano un semicerchio attorno a lui)

Sorelle: (A due a due gli danno un pizzicotto sulle guance) Perdonaci! Perdonaci! Perdonaci!

Arabo: Ma possibile che se una di voi fa una cosa, poi dovete ripeterla tutte per forza? Comunque…(Una delle sorelle che sta più vicina all’arabo comincia a mettergli una benda attorno agli occhi)

Arabo: Ma cosa state facendo?

Sorelle: Giochiamo a nascondino!

Arabo: Piantatela immediatamente, insomma, ho detto basta! (Si strappa la benda dagli occhi e la butta a terra, una sorella la raccoglie) Abbiamo ben altro a cui pensare in questo momento!

Sorelle: Perché, che cosa è successo?

Arabo: Lì, nascosti tra gli alberi, ci sono degli infedeli che dormono… Io vado a prendere le armi, voi tornate immediatamente a casa e chiudetevi dentro! (esce)

Sorelle: (Le sorelle si danno la mano per uscire e sembrano seguire l’arabo, poi tornano indietro in punta di piedi per sbirciare gli stranieri) Ssssttttt!

I sorella: C’è anche una donna!

II sorella: Com’è bella!

III sorella: Però che strano vestito indossa!

IV sorella: Non porta neanche il burka!

V sorella: Loro non lo usano, stupida!

VI sorella: Sssttt! Rischiate di svegliarla!

Soldatessa: (Si stiracchia e va verso il pubblico) Ma cosa saranno questi strani rumori? Fammi dare un’occhiata…(Si gira e vede le sorelle che sono rannicchiate sullo sfondo per la paura) E voi chi siete, non abbiate paura, PARLATE!

Sorella più grande: Siamo sei sorelle e abitiamo laggiù nel bosco.

Soldatessa: Che bei vestiti che avete, noi non li usiamo neppure alle feste così.

Sorella più piccola: (Le sorelle si portano più avanti) Regaliamole qualcosa!

Sorella più grande: (Prende un monile e glielo porge) Ti piace?

Soldatessa: E’ bellissimo!

Sorella piccola: E tu mi regaleresti il tuo cappello?

Soldatessa: Certo, ormai non mi occorre più! (Glielo mette in testa)

Sorella più grande: Si è fatto tardi, dobbiamo tornare a casa, altrimenti saranno guai! (Le sorelle si mettono in fila indiana e stanno per uscire, la soldatessa rimane nascosta alla coda della fila)

Arabo: (Entra e rimane stupefatto) Ma cosa avete fatto, sciagurate! Vi avevo detto di tornare a casa. (Si fa più avanti e vede la sorella piccola) Ma che cos’è quella cosa che hai in testa?

Soldatessa: (Si muove dietro le sorelle e spunta nel posto dove era entrato l’arabo) Gliel’ho regalato io….(si scosta per farsi vedere, poi alza le braccia, perché l’arabo le sta puntando un fucile contro) Non vorrai uccidere una donna disarmata? (Le sorelle indietreggiano in mezzo agli alberi)

Arabo: Sì, perché?

Soldato: (I sei soldati che finalmente hanno avvertito i rumori si sono portati dietro l’arabo ed uno di essi gli sta puntando un fucile contro) Perché io ti dico di no! Lascia cadere immediatamente il fucile, se non vuoi pentirtene amaramente!

Soldatessa: Adesso fate i bravi ragazzi, posate anche voi le armi!

Soldato: Ma cosa dici, sei impazzita? Stava per ucciderti!

Soldatessa: Adesso non può più farlo, anche se volesse, e poi ricordatevi tutte le promesse che avete fatto a Capodanno…Volevate godervi la vita, no? (Si rivolge alle sei sorelle) Amiche, per favore, fate sparire tutte queste armi il più lontano possibile, ormai nessuno di noi ne ha più bisogno. (Ogni sorella preleva un’arma e in fila indiana esce dalla scena. I soldati si distribuiscono in due gruppi  ai due lati del palco, vicino agli alberi, le sei sorelle rientrano tenendosi per mano e si posizionano ciascuna di fronte ad un soldato)

Arabo: (guarda in cagnesco le sorelle) Maledette oche, faremo i conti a casa!

Soldatessa: Dai, non essere così duro…La guerra è finita.

Arabo: E’ difficile dimenticare quel che è stato.

Soldatessa: Lo so, ma almeno per un momento proviamoci, quando tra pochi minuti ci saremo salutati, non saprai neppure tu se tutto questo è stato un sogno o realtà. Un momento non cambierà la nostra vita, ma ci permetterà di sperare.

Arabo: Sai, penso che finita questa guerra, ognuno di noi si è ritrovato un po’ diverso da prima, magari apparentemente più provato, ma forse anche migliorato.

 

Ad questo punto si solleva un vento leggero che porta con sé, come per magia, i versi di una poesia araba, recitati in lontananza dalla voce innocente di un bambino:

Sulle palme, lassù

sulle palme, lassù

non so se è la tua gota

che brilla

o la luna, lassù.

Io non voglio,

ma la pena mi tormenta.

 

L’insolente mi chiede:

“perché giallastro

è il tuo viso?”

Non ho nessuna malattia:

soffro per quella persona bruna

che mi imprigiona

con i suoi dolci occhi.

 

Soldatessa: Sai, sono stata qui per dei mesi, ma non ho imparato nulla di questa terra. Sono venuta da straniera e me ne vado da straniera. Vorrei qualcosa di diverso dalla guerra che mi ricordasse questo luogo.

Arabo: Potrei insegnarti una danza popolare araba che ogni innamorato canta a primavera alla sua innamorata. Potremmo provare a ballarla tutti insieme, in segno di amicizia.

Coreografia: tutti i presenti ballano insieme una danza popolare irachena cantata da Franco Battiato 

Voce narrante: Ma tutto questo è successo o no? Mi sembra così inverosimile! Quest’anno la primavera sta facendo brutti scherzi a tutti. Fammi scappare prima che subisca anche io qualche strano influsso.

 

 

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